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Chunking e eLearning: cosa sono e come ottimizzarli?

Leggere “su Internet” è una delle principali attività di ogni utente. Si leggono – con gradi e tempi diversi – notizie sui giornali, sui blog o sui profili personali dei social network. Proprio per questo, la lettura su Internet ha profondamente cambiato il modo con cui le persone processano le informazioni. Ciò ha provocato notevoli trasformazioni in quei settori dove il design deve adattarsi alle nuove tecnologie, primo tra tutti l’eLearning. I progettisti e i creatori di corsi eLearning sanno benissimo di dover modellare i propri i contenuti per soddisfare il comportamento degli studenti rispettando un adeguato livello di accessibilità. E qui entra in gioco la teoria dei chunking. Nella psicologia cognitiva il termine chunk viene utilizzato per indicare un’unità di informazione, di conseguenza il chunking è il processo che permette di acquisire tale unità di informazione.

Un grave errore di molti “designer” di eLearning è quello di mostrare agli studenti troppe informazioni in una volta sola. Invece, è sempre meglio limitare la presentazione dei contenuti per evitare un sovraccarico cognitivo della memoria di lavoro e attivare le connessioni con le informazioni già presenti nella memoria a lungo termine. Attraverso il chunking è possibile raggiungere questo obiettivo: si presenta una grande quantità di contenuti in piccoli moduli per facilitare la lettura, l’elaborazione e la memorizzazione delle informazioni. Questa tecnica risulta efficace soprattutto in quei corsi in cui si affrontano concetti complessi.

La tecnica del Chunking è efficace perché il cervello è in grado di elaborare una piccola quantità di informazioni alla volta. Ricerche del settore neuroscientifico stimano che il cervello riceve circa 40 miliardi di frammenti di informazioni ogni secondo, ma solamente 40 frammenti vengono selezionati e inviati al nostro cervello per essere elaborati. Questa selezione è necessaria perché la memoria di lavoro a breve termine, che manipola le informazioni, può contenere solo una quantità limitata di informazioni in un determinato momento.

Nel contesto dell’eLearning, per creare un design efficace, sarebbe necessario comprendere i concetti legati alla suddivisione in blocchi. Di seguito si riportano alcune regole fondamentali per l’utilizzo corretto dei chunks.

1. Impostare un limite di Chunking

Se un argomento contiene 10 cose da dire, è inutile cercare di inserirle tutte in un’unica schermata. I ricercatori concordano sul fatto che ciascun individuo normodotato è capace di tenere a mente da 3 a 5 concetti in una sola volta: è il limite della suddivisione in blocchi (la stima ottimistica invece è data dal numero magico di Miller, che è uguale a 7 ± 2). Per questo motivo, il bravo progettista eLearning, dovrebbe impostare un limite di 4-5 concetti principali per ogni schermata. L’unico caso in cui è possibile aumentare questo limite è quando gli studenti hanno già familiarità con le informazioni presentate. In particolari casi inoltre, potrebbe risultare ancora più efficace presentare al massimo 2 concetti o, ancora meglio, un singolo concetto per schermata per creare il massimo impatto.

2. Presentare i Chunk con coerenza

I contenuti devono essere “spezzettati” con coerenza, non a caso, in modo che ogni pezzo contiene informazioni omogenee e concentrate su un concetto o su di un tema specifico. Ad esempio, si potrebbe costruire una sequenza logica di informazioni: la prima può essere un’introduzione al concetto, la seconda approfondisce a fondo l’argomento, e l’ultima parte riguarderà i risultati o le implicazioni. I chunk non dovrebbero altresì includere informazioni non correlate che potrebbero confondere i discenti.

3. Utilizzare la giusta formattazione 

Evitare lunghi blocchi di testo simili a interminabili “mappazzoni”. Invece, è di gran lunga preferibile, dividere i contenuti scritti in punti elenco o elenchi numerati con sottotitoli e abbondare con spazi bianchi. Questo rende più facile la scansione dei contenuti, la lettura e la comprensione. Inoltre, titoli e sottotitoli dovrebbero essere significativi e anticipare in poche parole iil contenuto che verrà dopo.

4. Chunks brevi

Il modo migliore per mantenere i chunks brevi è quello di essere concisi e attenersi alle informazioni essenziali. Less is more, quindi, bisogna cercare di utilizzare il minor numero di parole possibile per descrivere concetti. Per evitare di diventare prolissi, i progettisti dovrebbero limitare i paragrafi a non più di  tre o quattro frasi che coprono due o tre linee. In questo modo si evita di avere troppe idee in uno spazio così piccolo e ciò consentirà agli studenti di assimilare le informazioni più velocemente incoraggiando la lettura.

5. Utilizzare il metodo della piramide rovesciata

Dare priorità ai chunks più importanti secondo il famoso metodo della piramide rovesciata. La tecnica è comunemente usata nel giornalismo: le informazioni più importanti formano la base della piramide (che sta in alto) e si presentano prima, mentre le informazioni meno importanti -presentate per ultimo – formano la punta (che sta in basso…)

Una possibile applicazione nell’elearning potrebbe essere questa:

  • Presentazione iniziale dei chunk essenziali, dove gli studenti potranno trovare rapidamente le informazioni;
  • Segue il “corpo”, in cui insistono le informazioni a sostegno dei concetti chiave in ordine decrescente di importanza;
  • Infine, lo schermo termina con informazioni di “sfondo”, che sono utili ma non di certo essenziali

Perchè utilizzare il metodo della piramide rovesciata?

  • Gli studenti hanno più probabilità di ricordare le informazioni più importanti.
  • La disposizione facilita una scansione efficiente dei contenuti.
  • I primi chunks stabiliscono un contesto per le informazioni secondarie.
  • Consente di eliminare facilmente le informazioni secondarie e quelle che gli inglesi chiamano “nice to know”.